martedì, Maggio 7, 2024
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    Cosa non sta funzionando nel Bitcoin

    Cosa non sta funzionando nel Bitcoin
    Dai tempi del libro bianco di Satoshi Nakamoto al crollo di FTX la scorsa settimana sembrano passati secoli, non decenni. Eppure l’epopea di una moneta decentralizzata, democratica, sganciata dall’arbitrio e dalla politica delle banche centrali appariva così bella, così pura. Il bitcoin era una valuta non inflazionabile, il cui valore poteva solo salire. Il sogno di chiunque, in questi giorni di inflazione a doppia cifra. Ma cos’è successo di così catastrofico da generare un mercato con tutti i difetti di quello delle valute fiat (come dollario ed euro) e nessuna delle sue garanzie?
    Una premessa: cos’è la moneta?
    Prendete un pezzo di legno. Un pezzo di legno è una merce. Si vende a peso. Giusto? Ottimo, ora tagliatelo di una misura standard, ad esempio dieci decimetri. Assicuratevi che non si accorci e magari dividetelo in centesimi. Ora non avete più un pezzo di legno. Avete un metro. Una unità di misura. Non lo brucerete nel camino, non lo userete per riparare il tetto. Cosa è successo? Ne avete fatto una astrazione. Rendendolo una unità di misura. Ecco, la differenza tra la pepita d’argento e il sesterzio è la medesima. Potete ancora venderla come merce, ma una volta che la impiegate come misura del valore di qualcosa essa acquisisce proprietà differenti e va trattata in maniera diversa. Ci siamo?
    Bene, il bitcoin nasce come unità di misura (valuta) e diventa rapidamente un asset. In sostanza, smette di essere una unità di misura per divenire un’azione. Per cui non lo voglio per poter scambiare beni e servizi. Lo voglio perché oggi l’ho comprato a 10mila e spero di rivenderlo a 15mila. Tenete conto che stiamo parlando di numeri primi. Nulla di concreto. Ma dopotutto vendiamo e compriamo programmi per il pc che sono delle infinite serie di 0 e 1. Qui però l’istinto ci dice che siamo di fronte a qualcosa di ancora meno reale. Ed è questo il peccato originale che ha trasformato una buona idea in una bomba innescata.
    Ovviamente anche dollaro ed euro possono essere usati nello stesso modo. Ma credo concorderemo tutti che, di media, la loro primaria funzione è misurare. Quindi la prima qualità che gli si chiede è la stabilità. E la seconda è l’accuratezza. Al bitcoin invece si chiede di essere redditizio. Sto tagliano la realtà con l’accetta, ma è importante capire il substrato.
    Il contesto
    Il bitcoin nasce per battere le banche centrali, che hanno la brutta abitudine di manipolare il mercato valutario. Sottraendo valore alle monete (il target inflattivo è sempre positivo). Il problema è che, in questi anni, i possessori e i trader di bitcoin hanno beneficiato in maniera spropositata del denaro gratuito riversato nei mercati dalle banche centrali dopo il crash del 2008. Questa massa di liquidità a basso o nullo prezzo ha gonfiato il mercato facendo raggiungere rendimenti stellari alle criptovalute. Ecco, oggi quei soldi non ci sono più, a quelle condizioni. E il mercato sta asciugando i bacini in cui i cetacei delle valute virtuali nuotavano.
    Quest’anno, da maggio, abbiamo già avuto due fallimenti: Terra, una moneta pensata per essere “stabile” ovvero per fungere davvero da valuta, caduta sul fatto che il controvalore era in criptovalute e, stranamente, costruire castelli sulle nuvole non genera abitazioni stabili. Poi è saltata una società di mutui, sempre in criptovalute. Il terzo fallimento, FTX, un trader il cui fondatore, Friedman-Banker, qualche mese sosteneva di avere abbastanza liquidità da poter comprare una banca di affari, è di qualche giorno fa.
    Il futuro
    Di fronte a questo crollo, con un valore tornato sui livelli del 2020 e in discesa, il tam tam nel mondo informatico è lo stesso di sempre: buy the dip, comprate finché scende. Perché, è il ragionamento, il bitcoin si riprende sempre. E finora hanno sempre avuto ragione. D’altronde finora le Banche Centrali non avevamo mai deciso di competere con loro rendendo DEFLAZIONISTICHE le valute principali (con il rialzo dei tassi). Ai primi segno di rialzo dei tassi di interesse abbiamo avuto tre crack. La domanda è cosa succederà se la cosa diverrà sistemica.
    Il bitcoin, ovviamente, non morirà. Ma forse, stavolta, smetterà di essere una buffa forma di investimento azionario letteralmente sul nulla e tornerà ad essere la valuta che il suo creatore sognava che fosse.
    Luca Rampazzo

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