sabato, Maggio 18, 2024
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    Ucraina: continuano i bombardamenti. Zelensky: “Non entreremo nella Nato”.

    Ucraina: continuano i bombardamenti. Zelensky: “Non entreremo nella Nato”.
    Anche nella notte e nella giornata di ieri sono continuati incessanti i bombardamenti sulle città ucraine. A Kiev è entrato in vigore un coprifuoco di 36 ore. Proseguono i negoziati a distanza, ma con scarsi risultati e poco ottimismo. Zelensky prende atto del fatto che l’Ucraina non entrerà nella Nato, almeno a breve. Gli USA minacciano gravi conseguenze in caso di appoggio della Cina alla Russia.
    Non cessano i bombardamenti contro le città ucraine, anzi, semmai gli attacchi diventano sempre più feroci giorno dopo giorno. Tra la notte e la mattina di ieri sono tornate a suonare, come ormai di consueto, le sirene d’allarme, e in molti centri urbani è proseguito l’assedio da parte delle armate russe e la conseguente resistenza dei soldati ucraini.
    Durante la notte l’aeroporto di Dnipro, nell’Est dell’Ucraina, è stato pressochè distrutto dopo due massicci bombardamenti russi. A Mariupol, città ormai da molto tempo sotto assedio e dove le forze ucraine hanno dato prova di grande tenacia e resistenza, la situazione è stata definita “disperata” e la morsa di progressivo accerchiamento delle armate russe ha permesso a Mosca di prendere sempre di più il controllo sulla città.
    La buona (si fa per dire) notizia è che almeno i corridoi umanitari, inizialmente concessi dai Russi durante i primi round di negoziati e poi però raramente garantiti a causa dei bombardamenti, sembrano stare funzionando un po’ meglio: ieri infatti circa 2mila auto di cittadini sono riuscite a lasciare Mariupol per recarsi verso zone più sicure, in Ucraina o altrove.
    In particolar modo si è intensificato l’attacco russo sulla capitale Kiev, dove i civili sono costantemente invitati a raggiungere in fretta i rifugi della protezione civile, e dove i bombardamenti, negli ultimi giorni, hanno iniziato a stringersi dalle zone periferiche verso il centro della città. Poco dopo le 5:00 di ieri mattina (ora locale) almeno tre esplosioni hanno colpito diverse zone della capitale, di cui una zona residenziale. In particolare è stato colpito un palazzo di 10 piani, provocando la morte di almeno 4 persone.
    Nel complesso, come detto, il bilancio delle vittime si fa sempre più pesante: almeno 4 persone sono rimaste uccise a seguito di altri bombardamenti a Rubezhnoye, nella regione del Lugansk, dove sono stati colpiti anche un collegio per non vedenti, un ospedale cittadino, tre scuole e altre strutture militari. A Kharkiv, dopo l’ennesimo raid, 7 persone sono state trovate morte sotto le macerie di un palazzo, mentre nel frattempo il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che le forze armate russe hanno sostanzialmente preso il controllo dell’intero territorio della regione di Kherson.
    E mentre le notizie relative alla battaglia sul campo sono sempre meno incoraggianti e sempre più drammatiche, anche per quanto riguarda la battaglia “verbale” le cose non vanno affatto diversamente. Ieri infatti il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è tornato nuovamente ad accusare gli americani di stare preparando armi chimiche sul territorio ucraino, mentre d’altro canto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg durante un incontro con la stampa si è detto molto preoccupato rispetto al fatto che Mosca possa mettere in scena un’operazione sotto falsa bandiera con l’utilizzo, ugualmente, di armi chimiche. In qualsiasi caso ovviamente il loro utilizzo sarebbe devastante e rappresenterebbe una minaccia mortale per un numero enorme di cittadini.
    Per rimanere sullo scenario dell’“altra guerra” che si sta combattendo, insieme a quella armata e violenta, anche sul fronte cyber continuano gli attacchi ai principali siti governativi ucraini, mentre si è registrato un nuovo attacco da parte del collettivo di hacker Anonymous – che qualche tempo fa aveva dichiarato esplicitamente guerra alla Russia con un video pubblico – contro i siti governativi russi. Molti delle principali piattaforme sono state colpite e inoltre il collettivo ha avviato una campagna informativa diretta ai cittadini russi con la quale, attraverso l’invio di sms, questi vengono informati sulla guerra superando così la censura del Cremlino.
    Nel frattempo continuano i tentativi anche sul fronte diplomatico e attraverso i negoziati a distanza, anche se con scarso ottimismo e in una situazione che si fa sempre più stagnante. Ieri in un altro messaggio il presidente Zelensky ha “attestato” il fatto che l’Ucraina non potrà entrare a far parte della Nato, almeno nel breve termine, viste le posizioni predominanti nei vertici Ue, e ha al contempo fatto richiesta ai Paesi occidentali di fornire altre armi. Intanto i premier della Slovenia, della Polonia e della Repubblica Ceca si sono recati a Kiev nell’ambito di una missione del Consiglio europeo per cercare di far progredire la situazione.
    Pietro Broccanello

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