di Massimiliano Salini
Vice Presidente del Gruppo Ppe al Parlamento Europeo 
Nei mesi scorsi la Commissione europea ha presentato il Clean Industrial Deal (CID), una strategia di crescita globale volta a conciliare gli obiettivi di decarbonizzazione e reindustrializzazione. Integrando le politiche di transizione verde con quelle industriali, economiche, commerciali e di concorrenza, il Piano europeo mira a promuovere lo sviluppo economico affrontando al contempo sfide chiave come il cambiamento climatico, la resilienza economica e la competitività.
La strategia si concentra su due settori interconnessi: le industrie ad alta intensità energetica, la cui competitività è a rischio e necessita di un intervento urgente; le tecnologie pulite (settore clean-tech), un motore chiave della trasformazione industriale, della decarbonizzazione e della competitività globale.
Il CID individua sei strumenti principali per rilanciare l’ecosistema industriale europeo: energia a costo accessibile, mercati guida, finanziamenti, circolarità e accesso alle materie prime, mercati globali e partnership, e sviluppo delle competenze.
Il Ppe ha individuato una serie di priorità e di strategie, trasferite poi alla Commissione, ritenute indispensabili per lo sviluppo del Clean Industrial deal.
Sarà fondamentale garantire l’energia a costo accessibile per affrontare la volatilità del mercato, ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e migliorare le infrastrutture, il CID propone un Piano d’Azione per l’Energia Accessibile, basato su quattro pilastri chiave: la riduzione dei costi energetici attraverso una riduzione delle tasse sull’elettricità, i costi di sistema e i costi di fornitura; una forte accelerazione dell’adozione di energia pulita ed elettrificazione attraverso la riduzione delle barriere burocratiche e i tempi di autorizzazione e la promozione dell’uso di data space e intelligenza artificiale per ottimizzare le reti energetiche; un corretto funzionamento del mercato del gas con misure volte ad aumentare la flessibilità sistemica, garantire la concorrenza equa e risolvere il problema dello stoccaggio attraverso l’ampliamento della Regolamentazione sullo Stoccaggio del Gas; il rafforzamento della resilienza energetica potenziando la produzione energetica domestica e le riserve strategiche grazie a una maggiore stabilità dei prezzi e accesso transfrontaliero ad elettricità a basso costo.
Inoltre, per stimolare domanda e offerta di tecnologie pulite e posizionare l’UE come leader globale nella transizione verde, il Piano Europeo individua alcune azioni concrete e necessarie quali l’adozione dell’Industrial Decarbonization Accelerator Act, che prevede una forte sburocratizzazione delle autorizzazioni per gli investimenti nella decarbonizzazione, l’introduzione di un marchio UE per prodotti a basse emissioni di carbonio, la revisione della Direttiva sugli Appalti Pubblici per supportare i prodotti ecologici, l’adizione di un atto delegato sull’idrogeno a basse emissioni di carbonio e una Trans-Regional Circularity Hubs, per favorire la cooperazione tra gli Stati membri e gli attori economici.






