La Moldavia batte un (importante) colpo pro-Europa: il partito filo-europeo PAS (Partito di Azione e Solidarietà) ha vinto le elezioni parlamentari con oltre il 50% dei voti mentre il filo-russo Blocco Patriottico ha ottenuto poco più del 24% dei voti. Questi i risultati con il 99,5% delle schede scrutinate. Un’elezione guardata con particolare attenzione nelle cancellerie europee perché la Moldavia è uno dei Paesi maggiormente presi di mira da parte della propaganda russa che si avvale soprattutto di mezzi digitali. Dopo aver votato, infatti, la presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha denunciato “massicce interferenze da parte della Russia”, secondo quanto riportato da Rai News.
Wired ha riportato ciò che ha scoperto la giornalista investigativa Natalia Zaharescu, infiltratasi nelle chat private di Telegram. Con l’aiuto del miliardario Ilan Shor, il Cremlino ha esteso negli ultimi anni la sua influenza sulla Moldavia grazie a una rete di troll sponsorizzata da Mosca e il reclutamento di soggetti locali pagati tramite somme di denaro o criptovalute, al fine di influenzare il dibattito pubblico in vista degli appuntamenti elettorali.
La disinformazione di Putin, tuttavia, ha fallito in occasione delle presidenziali dello scorso anno, quando la presidente filo-europea Maia Sandu è stata confermata con il 54% dei voti. Un esito simile si è verificato domenica sera in occasione delle elezioni parlamentari. La Moldavia è un piccolo Stato di appena 33.000 chilometri quadrati di superficie, ma è strategico in quanto confina con la Romania e soprattutto con l’Ucraina (la capitale Chișinău dista meno di 200 chilometri da Odessa).
Nella parte più orientale della Moldavia, proprio al confine con il territorio ucraino, c’è la Transnistria, una repubblica autoproclamata non riconosciuta dai Paesi Onu in quanto parte della Moldavia, ma di fatto indipendente dal 1990 quando con la dissoluzione dell’URSS dichiarò unilateralmente la propria indipendenza, mantenendo nella sua bandiera la falce e il martello. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato l’anno scorso di “considerare attentamente” le richieste della Transnistria dopo che membri dell’autoproclamata repubblica hanno chiesto a Mosca protezione di fronte alle “crescenti pressioni in atto da parte della Moldova”, secondo quanto riferito da Valigia Blu.