La Russia sta facendo di tutto perché l’Occidente smetta di fornire difese aree a Kiev. I bombardamenti indiscriminati con cui Mosca colpisce ogni giorno palazzi, scuole, e residenze civili in tutto il territorio ucraino fanno parte del manuale di guerra del Cremlino, che prevede lo sfiancamento della popolazione nemica tramite un’opera di terrorismo psicologico. Questi bombardamenti sono diventati anche “a buon mercato” grazie allo sviluppo dei droni russi Geran-2, una versione adattata dei celebri Shahed iraniani, che si stima costino tra i 20.000 e i 50.000 euro, una frazione rispetto ai 10 milioni che costa, per esempio, ogni singolo missile da crociera russo Kh-101.
Ebbene, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i droni russi che pochi giorni fa hanno violato lo spazio aereo della Polonia rappresentano due tipi di messaggio. Da un lato, si tratta di un test con cui Putin “sta mettendo alla prova la Nato”, la sua capacità di reazione politica e militare. Dall’altro lato, secondo Zelensky, “il messaggio che stanno inviando è: non osate fornire all’Ucraina ulteriori sistemi di difesa aerea, perché potreste averne bisogno voi stessi”, ha detto il presidente ucraino a Sky News.
Parlando il Corriere della Sera, il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha spiegato che i russi “vogliono studiare le nostre difese”, rigettando dunque l’ipotesi che i droni russi abbiano sconfinato in Polonia per sbaglio. “Il fatto che fossero tutti privi di esplosivo, lanciati dallo stesso posto, e che coincidano con le grandi manovre militari Zapad di russi e bielorussi, ci fa ritenere che sia una sorta di test” ha spiegato Sikorski, aggiungendo tuttavia che “Mosca oggi non intende iniziare una guerra con la Nato”.