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sabato 20 Settembre, 2025
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Senato dà il via alla normativa sull’IA: trasparenza, tutela e nuovi reati

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Con un voto che ha visto 77 favorevoli e 55 contrari, il Senato ha approvato in via definitiva la legge quadro sull’intelligenza artificiale. L’Italia diventa così il primo Paese dell’Unione europea a dotarsi di un impianto normativo nazionale organico, pensato per accompagnare lo sviluppo delle nuove tecnologie senza rinunciare alla tutela dei cittadini. Il testo, suddiviso in 28 articoli e sei Capi, fissa i principi generali e affida al governo il compito di tradurli in decreti legislativi.

La legge delinea un perimetro ampio: dall’utilizzo dell’IA nei settori produttivi e della difesa fino all’applicazione in ambiti delicati come sanità, giustizia, ricerca e pubblica amministrazione. Al centro c’è l’obiettivo di coniugare innovazione e diritti, con particolare attenzione alla protezione dei dati personali e alla prevenzione di discriminazioni derivanti dall’uso degli algoritmi. Il provvedimento incarica inoltre l’esecutivo di definire una disciplina organica sull’uso di dati e metodi matematici per l’addestramento dei sistemi, mantenendo il quadro italiano allineato agli standard europei fissati dall’AI Act.

Sul fronte della governance vengono designate due autorità nazionali: l’Agenzia per la cybersicurezza (ACN), con compiti di vigilanza e poteri ispettivi, e l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), che gestirà notifiche e promuoverà casi d’uso sicuri. È previsto anche un Comitato di coordinamento per armonizzare le attività di indirizzo degli enti che operano nell’innovazione digitale.

Un capitolo importante riguarda la tutela dei contenuti: la legge estende la protezione del diritto d’autore alle opere create con l’ausilio dell’IA e regola l’utilizzo degli strumenti di manipolazione digitale. Sul piano penale, introduce nuove fattispecie per punire la diffusione ingannevole di deepfake e l’impiego illecito dell’intelligenza artificiale che possa compromettere la sicurezza di persone e sistemi.

Dal punto di vista finanziario, il provvedimento non comporta nuovi oneri per lo Stato e consente all’ACN di stipulare accordi di collaborazione con soggetti privati italiani ed europei, nonché con Paesi Nato previo assenso della Presidenza del Consiglio.
“È una scelta che riporta l’innovazione nel perimetro dell’interesse generale, orientando l’IA a crescita, diritti e piena tutela dei cittadini”, ha commentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti subito dopo l’approvazione, rivolgendosi anche al mondo produttivo: “Alle imprese diciamo con chiarezza: investite in Italia. Troverete una governance affidabile, regole trasparenti e un ecosistema pronto a sostenere progetti concreti in tutti i settori chiave del Paese”.

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