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venerdì 31 Ottobre, 2025
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Vertice SCO, i sorrisi tra Xi, Putin e Modi: cosa hanno detto i tre leader che vogliono un nuovo ordine mondiale

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Xi Jinping, Vladimir Putin e Narendra Modi che conversano e ridono assieme prima della photo opportunity: probabilmente è questa la scena più significativa del vertice SCO conclusosi ieri nella città di Tianjin. SCO è l’acronimo di Shanghai Cooperation Organization, un’organizzazione nata nel 2001 che riunisce diversi Paesi euroasiatici. Il summit di quest’anno è il più numeroso di sempre, con ben 25 partecipanti, anche se i protagonisti sono stati i leader di Cina, Russia e India.

L’aggressiva politica commerciale di Donald Trump ha riavvicinato due Paesi storicamente diffidenti come India e Cina mentre la Russia ha sfruttato l’ennesima occasione per mostrarsi tutt’altro che isolata a livello internazionale dopo tre anni e mezzo di guerra contro l’Ucraina e conseguenti sanzioni occidentali. I tre leader hanno esposta la loro visione degli affari internazionali in questi due giorni.

Xi Jinping ha invitato i Paesi partecipanti a “opporsi alla prepotenza” e rigettare la “mentalità da Guerra Fredda”. L’obiettivo è “sostenere il sistema commerciale multilaterale con l’Organizzazione mondiale del commercio al suo centro” e promuovere “un mondo multipolare eguale e ordinato”. Il padrone di casa ha annunciato prestiti aggiuntivi per quasi 1,5 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per le banche che appartengono al Consorzio interbancario della SCO.

Il premier indiano Narendra Modi, accusato nelle ultime settimane dagli Usa di acquistare petrolio russo a sconto, ha dichiarato che “anche nelle situazioni più difficili, India e Russia hanno sempre camminato fianco a fianco”, definendo “eccellente” il bilaterale avuto con Putin il quale a sua volta ha parlato di “un cooperazione bilaterale multiforme in vari settori” con Nuova Delhi.

Il presidente russo, poi, ne ha approfittato per ribadire che di fatto la posizione di Mosca sul conflitto ucraino non è cambiata dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022. Ha parlato della necessità di eliminare “le cause profonde della crisi” oltre alla volontà di “ripristinare un giusto equilibrio nella sfera di sicurezza”. Per Putin, la guerra non è stata causata dai carri armati russi che hanno invaso confini internazionalmente riconosciuti, ma da quello che l’autocrate definisce “un colpo di Stato in Ucraina, sostenuto e provocato dall’Occidente”, facendo riferimento alla rivoluzione filo europea di Maidan del 2014 che costrinse l’allora presidente filo russo Viktor Janukovyč a fuggire in Russia.

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