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    Corteo No Green pass: il Comitato alza l’asticella ma la Milano produttiva non ci sta

    Corteo No Green pass: il Comitato alza l’asticella ma la Milano produttiva non ci sta
    Domani la quindicesima manifestazione con un percorso che punta a toccare diversi obiettivi sensibili. Appello di Confcommercio alle responsabilità, negli ultimi tre sabati persi 10,2 milioni di euro per gli esercizi commerciali interessati dal corteo.
    Milano si prepara alla quindicesima mobilitazione della nutrita schiera di No Green pass in programma per domani pomeriggio lungo le strade del capoluogo lombardo. Un corteo preannunciato alla Questura da una mail a firma di due membri del Comitato No Green pass che dettaglia i punti del percorso, come riportato da Adnkronos, e che avrebbe tutte le caratteristiche per essere respinto dalle Autorità preposte alla sicurezza e all’ordine pubblico.
    Secondo quanto riferito sarebbero attese decine di migliaia di persone, che si aggregheranno al corteo dei manifestanti lungo un tragitto studiato per toccare diversi punti sensibili della città. Come di consueto il ritrovo è atteso per le 17 in piazza Fontana, da qui partirà il corteo in direzione piazza Duomo, per poi proseguire in via Mazzini fino a via Pantano dove ha sede Confindustria Lombardia. Tappa successiva via Festa del Perdono, ovvero l’Università Statale di Milano, quindi via Larga, largo Augusto e corso di porta Vittoria, sede della Camera del Lavoro della Cgil. Da lì i manifestanti ipotizzano di raggiungere viale Majno, che al civico 42 vede il quartier generale di Libero, per poi spostarsi lungo la principale arteria dello shopping milanese, il vicino corso Buenos Aires, e chiudere la giornata di protesta sotto il palazzo di Regione Lombardia dopo essere passati anche dalla Stazione Centrale.
    Un percorso da valutare con molta attenzione, anche se le possibilità che possa essere accolto sono ridotte al lumicino, come del resto gli stessi membri del Comitato No Green pass che lo hanno inoltrato alla Questura hanno messo in conto, mettendo le mani avanti in caso di mancato accordo: “La colpa ricadrà sugli specialisti della forza ondulatoria, che dimostreranno ancora una volta che quelle sul mancato preavviso erano solo scuse e che, chiusa la parentesi dello scorso sabato, l’intento è sempre stato quello di negarci il diritto a manifestare”. Ennesima prova di forza? Si vedrà, resta il fatto che Milano comincia ad essere esasperata dalla paralisi cui è sottoposta ogni volta che la compagine dei manifestanti No Green pass si mette in moto, domani per la quindicesima volta.
    E se da un lato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica sposa la linea del dialogo con i promotori delle manifestazioni per arrivare ad un compromesso sostenibile anche a salvaguardia della attività della città, dall’altro c’è la voce della Milano produttiva che “non può accettare, dopo tutta la sofferenza di questo lungo anno e mezzo, che si crei un clima di contrapposizione dannoso per la società civile e per il mondo delle imprese”. Lo scrive Confcommercio Milano lanciando la raccolta firme sulla piattaforma change.org, un appello condiviso da cittadini e da più parti del mondo politico, per ribadire con chiarezza che “la città non può e non vuole dividersi sulle soluzioni per combattere la pandemia”.
    Il costo economico della mobilitazione No Green pass per l’area del centro milanese e corso Buenos Aires è stato stimato dall’Ufficio Studi di Confcommercio Milano in 10,2 milioni di euro solo negli ultimi tre sabati, pari ad una perdita di fatturato del 27% per negozi, bar e ristoranti dell’area interessata dai cortei. Un bilancio che rischia di aggravarsi ulteriormente in vista delle festività natalizie se dovesse perdurare la situazione di caos e disagi alla circolazione dovuti alle manifestazioni. “La petizione che abbiamo voluto lanciare è un forte appello alla responsabilità da parte di tutti, nel rispetto della libertà di tutti – ha spiegato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio -. Dopo un anno e mezzo drammatico, Milano e il nostro Paese hanno assoluto bisogno di tornare a crescere in sicurezza”.
    Micol Mulè

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