lunedì, Aprile 29, 2024
More
    Home Economia Fisco: un Comune su due ha aumentato l’Imu

    Fisco: un Comune su due ha aumentato l’Imu

    Secondo un’indagine del Sole24Ore, la mini-riforma dell’Imu dell’anno scorso non ha prodotto concreti vantaggi per i cittadini.

    È una battaglia atavica quella della riforma del fisco, appuntamento imprescindibile per ogni governo che si insedia a Palazzo Chigi e che puntualmente lascia i cittadini con l’amaro in bocca. E anche l’attuale esecutivo non ha deluso le aspettative come emerge da un’indagine del Sole24Ore che ha potuto spulciare i dati di Bluenext, software house specializzata in contabilità, redditi e bilanci. Ma andiamo con ordine.

    Nella scorsa legge di bilancio, il governo ha introdotto quella che all’epoca venne chiamata una mini riforma dell’Imu e che comportava la cancellazione della Tasi, il tributo per i servizi indivisibili che assieme all’Imu e la tassa sui rifiuti rappresenta una delle tre componenti dell’imposta unica comunale istituita nel 2014. Finalmente una tassa che viene cancellata: tutto bene quindi? Non esattamente.

    Il problema è che i Comuni in qualche modo devono far quadrare i conti e quindi venne concesso ai sindaci di aumentare l’Imu per garantire lo stesso livello di entrate di quando era presente la Tasi. Le amministrazioni comunali, storicamente in difficoltà dal punto di vista dei bilanci, hanno colto al balzo la palla. Secondo le analisi del quotidiano di Confindustria, 3.775 Comuni i hanno innalzato l’aliquota ordinaria e 4.029 sono intervenuti sull’aliquota dell’abitazione principale. 3.766 Comuni hanno alzato le aliquote Imu per immobili diversi dalle abitazioni e 3.755 per immobili dati in uso ai familiari. Alla fine dunque l’Imu è risultata più cara in un Comune su due.

    Il risultato dunque è evidente: cancellata una tassa (la Tasi), è stato mantenuto l’onere sui cittadini proprietari di immobili. Il covid ovviamente ha complicato le cose per tutti: con governo e Comuni entrambi alla ricerca disperata di fondi per far fronte all’emergenza, è scattata la corsa alle proroghe sul fronte delle scadenze fiscali, anche a livello locale. Insomma, alla fine la deadline per la pubblicazione delle delibere Imu sul sito del Mef è stata spostata a dopo il 16 dicembre, giorno entro cui i contribuenti devono provvedere al saldo dell’imposta 2020. Se la nuova delibera comporterà delle novità, ciò significa che scala al prossimo 28 febbraio la data per un eventuale conguaglio del saldo di dicembre. Cambiare tutto per non cambiare niente; nei migliori dei casi c’è sempre pronta una proroga.

    Simone Fausti

    Most Popular

    Ucraina, i russi avanzano. Stoltenberg: “Non è ancora troppo tardi perché l’Ucraina vinca”

    L'Ucraina attende con impazienza gli aiuti occidentali, soprattutto quelli americani. "Più veloce sarà l'invio di aiuti militari più potremo stabilizzare" il Paese, ha dichiarato...

    Fed, annunciato un taglio dei tassi ma solo a dicembre

    Il grande rischio è ormai realtà: il prossimo taglio dei tassi previsto dalla Fed è stato annunciato per dicembre 2024. Secondo l'andamento degli swap, infatti,...

    Come sfruttare al meglio l’automazione del magazzino

    Il mercato dell'automazione dei magazzini sta vivendo una crescita senza precedenti. Secondo le ricerche di I-AER, Institute of Applied Economic Research, si prevede un...

    Nord Milano, lavoro: nel 2023 oltre 61mila nuove posizioni occupazionali

    È l’analisi del mercato del lavoro nel territorio dell’Osservatorio della Città metropolitana di Milano presentata nel corso del convegno “Agenda Lavoro: investire per il...

    Recent Comments