L’Europa sta cercando con difficoltà di ritagliarsi un ruolo nei negoziati per la pace in Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accettato il nuovo piano degli Stati Uniti, anche se le questioni più delicate rimangono fuori dalla bozza e verranno decise in un secondo momento. Sembra esserci un cauto ottimismo in Occidente sul fatto che nelle prossime settimane potrebbe esserci davvero un cessate il fuoco, anche se al momento si stanno facendo i conti senza l’aggressore, cioè Putin, l’unico in grado di porre immediatamente fine al sanguinoso conflitto, se lo volesse. E gli europei?
Ursula von der Leyen ha delineato i principi irrinunciabili per l’Ue durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo. Il più importante è quello sulla sicurezza di Kiev e dell’Ue. La presidente della Commissione Ue ha ribadito che un accordo di pace deve garantire non solo “una pace giusta e duratura”, ma anche una “vera e propria sicurezza per l’Ucraina e per l’Europa”. Cosa significa? No a limitazioni sulle forze armate di Kiev e garanzie di sicurezza “solide, di lungo termine e credibili” che scoraggino qualsiasi futuro attacco russo.
In questa fase c’è ancora parecchia vaghezza sulle misure concrete: quali garanzie di sicurezza possono essere ritenute sufficienti? Trump ha assicurato che “l’Europa sarà ampiamente coinvolta” su questo fronte, ma è difficile credere che Kiev accetterà un impegno marginale degli Usa. Zelensky sa che su questo elemento si gioca la futura indipendenza del suo Paese e sta adottando un approccio realista: “Molto dipende dagli Stati Uniti, perché è la forza dell’America ciò che la Russia prende più seriamente”, ha scritto il presidente ucraino su X.






