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venerdì 14 Novembre, 2025
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Automotive, necessaria una piena revisione della strategia europea sulla riduzione delle emissioni

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di Massimiliano Salini

Vice Presidente del Gruppo Ppe al Parlamento Europeo

 

Il regolamento sulla riduzione delle emissioni di CO2 per auto e van (2019/631) ha imposto target troppo elevati che si stanno rivelando irraggiungibili, sia per le auto e ancor più per i veicoli commerciali leggeri. Il Ppe ha evidenziato quanto sia opportuna una revisione strutturale della strategia europea per l’automotive che assicuri una transizione realistica e industriale, in grado di difendere la sovranità tecnologica e produttiva dell’Europa.

Da diverso tempo, ormai, si sta discutendo in Parlamento Europeo del futuro del settore automotive che sta attraversando una crisi profonda le cui conseguenze pesano tutt’ora, sulla competitività delle imprese, sull’occupazione e sulla produttività di intere regioni europee. Il Partito Popolare Europeo aveva chiesto con forza alla Commissione europea di rivedere le sanzioni legate ai target 2025, perché era chiaro che avrebbero penalizzato un settore già in crisi.

Nonostante l’introduzione di una prima flessibilità sui target 2025 dei veicoli leggeri, e avviato un Industrial Action Plan per il settore automobilistico, la crisi continua, e il quadro normativo non offre ancora visibilità né fiducia alla filiera.

Si tratta di una crisi alimentata tanto da fattori esterni, a partire dalle tensioni geopolitiche e dall’instabilità delle catene di fornitura, ma anche e soprattutto da elementi interni: un mercato in costante rallentamento, una domanda sempre più distante dalle ambizioni regolatorie europee, e investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione congelati dall’incertezza giuridica. Un’ incertezza fondata da una visione europea ancora irrisolta sul rapporto tra innovazione, sostenibilità e libertà economica.

Nonostante gli investimenti dei costruttori e l’aumento dell’offerta, i veicoli elettrici non raggiungono le quote di mercato stimate.

La transizione non guidata ed ordinata sta portando ad una pericolosa perdita di competitività delle imprese europee ed una drastica riduzione dell’occupazione (si stimano oltre 100.000 posti persi nel 2024).

Il processo che avrebbe dovuto accompagnare l’Europa verso una riduzione della sua già minima quota di emissioni globali rischia di diventare, nei fatti, un processo di erosione industriale più che di rinnovamento tecnologico.

Ora più che mai è necessario cambiare strategia, garantendo un approccio realmente basato sul ciclo di vita e soprattutto una revisione equilibrata del regolamento CO.

È necessaria, infatti, una revisione pragmatica che prenda atto delle difficoltà di diffusione dei veicoli elettrici, come la capillarità delle infrastrutture di ricarica, costi più elevati ed autonomia del veicolo elettrico, e si focalizzi sulle potenzialità di decarbonizzazione delle altre tecnologie, nello specifico, i carburanti rinnovabili.

L’integrazione della propulsione elettrica con quella della parte a combustione interna alimentata dall’utilizzo di combustibili rinnovabili potrebbe garantire una riduzione delle emissioni ancora maggiore, e questo potenziale dovrebbe essere esplicitamente riconosciuto nel testo legislativo.

Queste tecnologie, inoltre, garantiscono il mantenimento dell’occupazione e delle produzioni di parti e componenti per motori a combustione, ancora altamente competitive a livello globale.

Il regolamento dovrebbe seguire un approccio tecnologicamente neutrale, che consenta a tutte le tecnologie di contribuire alla decarbonizzazione del trasporto su strada. I Carbon neutral fuels avranno un ruolo significativo nella riduzione delle emissioni CO2; pertanto, si richiede l’adozione di un quadro normativo chiaro e solido sui veicoli alimentati con tali carburanti, come previsto dal recital 11 del regolamento.

È fondamentale garantire al settore la stabilità necessaria per continuare a investire in tecnologie innovative, preservando la neutralità tecnologica e promuovendo la leadership industriale europea.

Inoltre, considerate le specificità del trasporto merci, i veicoli commerciali dovrebbero essere trattati separatamente con obiettivi specifici.

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