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mercoledì 12 Novembre, 2025
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Italia, il suolo che scompare: il nuovo costo invisibile della crescita economica

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Nel 2024 in Italia sono stati coperti da nuove superfici artificiali 84 chilometri quadrati di suolo, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. È il dato più alto dell’ultimo decennio, secondo il Rapporto dell’Ispra e del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Ogni ora il Paese perde circa 10.000 metri quadrati di terreno naturale, una tendenza che non riguarda solo l’ambiente ma anche l’economia: riduce la disponibilità di spazi per investimenti produttivi, aumenta il rischio idrogeologico e accresce i costi pubblici legati alla manutenzione e alla sicurezza del territorio.

Le regioni più colpite sono Emilia-Romagna, Lombardia, Puglia, Sicilia e Lazio, che insieme concentrano oltre 4.200 ettari di nuovo suolo consumato. La Lombardia resta la più impermeabilizzata d’Italia (12,22% del territorio), mentre in Sardegna e Abruzzo si registra la crescita più rapida. La logistica e la digitalizzazione sono i principali motori di questa espansione: dal 2006 oltre 6.000 ettari di terreno sono stati destinati a magazzini e infrastrutture, e nel 2024 i data center hanno occupato ulteriori 37 ettari. Un processo che rafforza la competitività industriale nel breve periodo ma rischia di compromettere nel lungo termine la disponibilità di terreni per agricoltura, innovazione urbana e rigenerazione.

A incidere sempre più è anche la transizione energetica: il suolo destinato a impianti fotovoltaici a terra è quadruplicato in un anno, passando da 420 a 1.700 ettari, per l’80% su ex aree agricole. Il paradosso è evidente: la corsa alle rinnovabili rischia di sottrarre spazio proprio a quei comparti – agricolo, turistico, immobiliare – che fondano la loro redditività sulla qualità ambientale. La nuova Direttiva europea sul suolo, approvata nell’ottobre 2025, impone ora un cambio di paradigma: per imprese e amministrazioni diventa strategico investire nella rigenerazione urbana, nel riuso degli spazi e nella pianificazione territoriale sostenibile. La gestione del suolo, da questione ambientale, è ormai una variabile decisiva di politica industriale e competitività nazionale.

 

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