Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto legge n. 84/2025 – approvato dal Governo il 12 giugno – introduce importanti novità fiscali che coinvolgono lavoratori dipendenti, autonomi, imprese, enti non profit e Pubblica Amministrazione. Il provvedimento, articolato in 16 articoli, mira a semplificare e aggiornare l’impianto tributario nazionale. Ecco le principali misure.
Spese deducibili solo se tracciabili
Per i lavoratori dipendenti e autonomi, diventano deducibili le spese sostenute in Italia per vitto, alloggio e trasporti solo se pagate con strumenti tracciabili, come bonifici bancari o postali. Per i pagamenti effettuati all’estero, invece, la deducibilità non richiede obbligo di tracciabilità. Anche le imprese dovranno usare pagamenti tracciabili per dedurre le spese di rappresentanza.
Per i lavoratori autonomi, il principio è ancora più stringente: senza mezzi tracciabili, i rimborsi per spese di trasferta rischiano di essere considerati reddito imponibile.
Interessi e plusvalenze: cambia la tassazione
Il decreto ridefinisce la natura fiscale di interessi e proventi finanziari percepiti da chi esercita arti e professioni: non saranno più classificati come redditi da lavoro autonomo, ma come redditi di capitale. Le plusvalenze ottenute dalla cessione di partecipazioni in società professionali rientreranno invece tra i redditi diversi. Le modifiche impattano anche le regole per chi partecipa in associazioni e società professionali.
Semplificazioni sul riporto delle perdite
Le nuove regole sul riporto delle perdite derivanti da fusioni, scissioni e conferimenti sostituiscono il riferimento al patrimonio netto con un criterio più diretto, basato sul doppio dei conferimenti e versamenti effettuati negli ultimi due anni.
Assunzioni e deduzioni: si cambia
Sul fronte occupazionale, il decreto elimina dal calcolo del reddito d’impresa il riferimento alle società collegate, ai fini delle deduzioni per nuove assunzioni. Il cambiamento ha effetto a partire dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023.
Società estere controllate: nuove regole
Arrivano novità anche sulla disciplina delle società estere controllate (CFC), con l’obiettivo di adeguarsi agli standard internazionali di tassazione minima. Tra i punti salienti: una nuova metodologia per calcolare i profitti eccedenti, tassazione effettiva fissata al 15%, opzione triennale per il regime agevolato con rinnovo automatico.
IMU: proroga per i Comuni in ritardo
Slitta al 15 settembre 2025 il termine per i Comuni che non hanno approvato le aliquote IMU entro la scadenza originaria del 28 febbraio.
Terzo Settore: regime fiscale al via nel 2026
In risposta a una comunicazione della Commissione europea, il decreto fissa al 1° gennaio 2026 l’entrata in vigore del regime fiscale per gli enti del Terzo Settore iscritti nel Registro Unico Nazionale (Runts) e per le imprese sociali. Per queste ultime, viene inoltre ridotto l’ambito delle misure soggette ad autorizzazione UE.
IVA: stop allo split payment per le quotate
Nel settore IVA, cambia la disciplina del reverse charge nei comparti della logistica, trasporti e movimentazione merci, estendendone l’applicazione anche senza prevalenza di manodopera (previo via libera dell’UE). Dal 1° luglio 2025, invece, termina il regime dello split payment per le operazioni con le società quotate nell’indice Ftse Mib.
Scadenze fiscali e dichiarazioni
Le dichiarazioni fiscali tardive trasmesse entro l’8 novembre 2024 saranno considerate valide. Slitta al 21 luglio 2025 il termine per il versamento del saldo 2024 e del primo acconto 2025 per i soggetti ISA e forfettari, con possibilità di maggiorazione dello 0,4% dal 20 agosto.
Biodiesel: agevolazioni prorogate
Infine, viene estesa per sei anni l’agevolazione fiscale sul biodiesel, in linea con le condizioni europee e con nuovi obblighi di controllo in capo all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Andrea Valsecchi