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    La Bce e le ricadute della guerra per l’Eurozona

    La Bce e le ricadute della guerra per l’Eurozona
    Non si può certo dire che da quando si è insediata alla BCE, Christine Lagarde abbia avuto vita facile. Mario Draghi ha lasciato il vertice dell’Eurotower nell’ottobre del 2019 e appena quattro mesi dopo madame Lagarde si è trovata a fare i conti con i crolli dei mercati azionari e lo stop delle attività economiche conseguenti alla pandemia da covid. Dopo due anni di lockdown e forti misure di sostegno all’Eurozona da parte dell’Ue, il continente sembrava intravedere la luce in fondo al tunnel ma ci ha pensato Vladimir Putin a scombinare le prospettive di ripresa invadendo l’Ucraina.
    Ieri il bollettino economico della Bce ha confermato ciò che tutti temevano e che in parte stiamo già osservando: la guerra in Ucraina avrà un impatto rilevante sull’attività economica e sull’inflazione. I rincari dell’energia e delle materie prime, le turbative del commercio internazionale e il peggioramento del clima di fiducia sono segnali chiari che l’invasione orchestrata da Putin avrà degli strascichi notevoli per le nostre economie. Ci sono poi le sanzioni che hanno un impatto negativo anche per chi le impone e anche l’Italia deve farci i conti dal momento che l’interscambio con la Russia nel 2021 ammontava a poco più di 21 miliardi di euro con i macchinari industriali e l’abbigliamento che rappresentano i beni maggiormente esportati verso Mosca.
    Francoforte cerca di rassicurare sottolineando come le conseguenze della guerra vadano valutate alla luce delle “solide condizioni di fondo dell’economia dell’area dell’euro”, con le se strozzature delle catene di approvvigionamento che hanno dato segnali di attenuazione e il mercato del lavoro in ripresa. Risultato? L’economia dell’Eurozona dovrebbe continuare a crescere nel 2022 ma a ritmi decisamente meno intensi di quando previsto a inizio anno, prima che scoppiasse la guerra. La Bce intende garantirsi quindi la massima flessibilità, motivo per cui nel suo bollettino ha esplicitato che il rialzo dei tassi di riferimento avverrà in un momento successivo rispetto alla fine degli acquisti netti (prevista nel terzo trimestre 2022) e comunque sarà graduale. La guerra russo-ucraina costituisce il manto di incertezza che costringe alla massima cautela dal momento che, secondo la Bce, il proseguimento del conflitto pone ulteriori rischi al ribasso e alimenta le pressioni inflazionistiche.

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