Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore importanti novità per i lavoratori con disabilità e per chi convive con malattie oncologiche, invalidanti o croniche. Le nuove misure sono contenute nella legge 106/2025, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 25 luglio scorso, che rafforza e integra la Legge 104 del 1992 con l’obiettivo di garantire maggiore tutela della salute, continuità occupazionale e percorsi di rientro al lavoro più sostenibili.
La riforma, approvata in modo trasversale dal Parlamento e finanziata con oltre 20 milioni di euro per il 2026, destinati a salire progressivamente fino a superare i 25 milioni annui a regime nel 2035, introduce un pacchetto articolato di diritti rivolti ai lavoratori dipendenti pubblici e privati in condizioni di particolare fragilità sanitaria. Ne beneficeranno le persone affette da malattie oncologiche, da patologie invalidanti o croniche – anche rare – che comportino un’invalidità pari o superiore al 74%, così come i genitori di minori con le stesse condizioni cliniche.
Una delle novità più rilevanti riguarda l’ampliamento dei permessi retribuiti per visite, esami e terapie. A partire dal 2026, i lavoratori interessati potranno contare su dieci ore aggiuntive all’anno, che si aggiungono ai permessi già previsti dalla normativa vigente. Si tratta di uno strumento pensato per rispondere alle esigenze di chi deve sottoporsi a controlli frequenti o cure continuative, senza essere costretto a consumare ferie o a rinunciare al reddito.
Accanto ai permessi, la legge introduce un congedo straordinario fino a 24 mesi, utilizzabile in modo continuativo o frazionato. Durante questo periodo il lavoratore conserva il posto di lavoro, pur senza percepire retribuzione e senza poter svolgere altre attività lavorative. È una svolta significativa rispetto al passato, quando la tutela della conservazione del posto si fermava spesso a sei mesi, esponendo molte persone al rischio di licenziamento in caso di malattie prolungate. Per i lavoratori autonomi è invece prevista la possibilità di sospendere incarichi continuativi fino a un massimo di 300 giorni. I periodi di congedo non maturano ferie, tredicesima o Tfr, ma restano validi ai fini dell’anzianità assicurativa.
Un altro pilastro della riforma è il rafforzamento del diritto allo smart working. Al termine del congedo, o in alternativa ad esso, il lavoratore avrà una priorità assoluta nell’accesso al lavoro agile, a condizione che le mansioni siano compatibili con la modalità da remoto. Il datore di lavoro dovrà valutare concretamente questa possibilità e, in caso positivo, riconoscere al lavoratore fragile una precedenza rispetto ad altri dipendenti, favorendo così un rientro graduale e sostenibile.
Le nuove tutele si affiancano a un sistema di certificazione sanitaria interamente digitalizzato. Per accedere ai benefici sarà necessario un certificato medico, rilasciato dal medico di base o da uno specialista e trasmesso attraverso il Sistema Tessera Sanitaria. Una volta ottenuta la certificazione, il lavoratore dovrà comunicare formalmente al datore di lavoro la misura prescelta, che si tratti di congedo o di lavoro agile, e nel caso dello smart working stipulare un accordo individuale.
Secondo le stime di sindacati e associazioni, le novità introdotte dalla legge 106/2025 potrebbero coinvolgere migliaia di lavoratori, rappresentando un passo avanti verso un modello di welfare più inclusivo. La riforma si inserisce infatti in un percorso più ampio avviato dal legislatore negli ultimi anni, che guarda alla disabilità non solo come condizione individuale, ma come risultato dell’interazione tra la persona e l’ambiente in cui vive e lavora. È il cosiddetto “social model of disability”, recepito anche nella normativa italiana più recente, che punta a rimuovere barriere organizzative, culturali e sociali.
In questo equilibrio tra esigenze delle imprese e diritti dei lavoratori, la legge tenta di istituzionalizzare strumenti di flessibilità e protezione che consentano di conciliare continuità produttiva e tutela della persona. Un approccio che riconosce come la salute non sia un evento marginale nella vita lavorativa, ma una dimensione centrale da integrare stabilmente nelle politiche occupazionali.
Restano infine confermati anche per il 2026 i principali sostegni economici legati alla disabilità. Le persone con invalidità riconosciuta tra il 74% e il 99% continueranno a percepire un assegno mensile di circa 336 euro, mentre per chi ha un’invalidità totale l’importo potrà arrivare fino a 747 euro, in base al reddito. L’indennità di accompagnamento, pari a 542,02 euro, resterà riservata ai soggetti non autosufficienti. Un quadro che, nel suo complesso, segna un rafforzamento delle tutele e un cambio di passo nel modo in cui il lavoro si confronta con la fragilità.
Gloria Giovanditti
Legge 104, dal 2026 più tutele per i lavoratori fragili: congedi fino a 24 mesi e smart working prioritario





