Non c’è solo la questione del Donbas e dei territori occupati dalla Russia a ostacolare un accordo di pace tra Kiev e Mosca. Il Cremlino, infatti, teme che l’Ue utilizzi i suoi asset congelati per finanziare la resistenza degli ucraini: un tema che sembra stare particolarmente a cuore anche agli americani. L’amministrazione Trump, infatti, sta facendo pressione su alcune cancellerie europee affinché respingano il piano che prevede l’utilizzo di tali asset (dal valore di 210 miliardi di euro), secondo quanto riferito da quattro fonti europee al sito Politico.
Il tema dei beni russi congelati finisce oggi sul tavolo del Consiglio europeo. Un loro eventuale uso “richiede una maggioranza qualificata dei 27 ed è sostenuto dalla maggioranza dei 27. È quindi l’unica soluzione sulla quale si può lavorare al Consiglio europeo”, hanno riferito alcune fonti Ue all’Ansa. Diverse istituzioni, tra cui la Bce, non sono convinte perché sarebbe un’azione inedita e temono eventuali richieste di risarcimenti da parte di Mosca una volta terminato il conflitto. In tempo di guerra spesso sono richieste decisioni audaci, ma l’Ue è divisa anche perché parecchi governi ancora si rifiutano di accettare che la Russia ha portato la guerra alle porte dell’Ue.
Tra i Paesi scettici c’è l’Italia. Al di là della strenua opposizione della Lega contro qualsiasi misura che possa mettere in difficoltà Putin, c’è la premier Giorgia Meloni che invita alla prudenza mentre Forza Italia suggerisce di valutare altre opzioni. In una recente intervista a Tg2 Post, il vicepremier Antonio Tajani ha definito “molto flebile” la “base giuridica” per utilizzare i beni russi congelati, sottolineando che “se la Corte di Giustizia dà ragione alla Russia, bisogna restituire i soldi e poi avere anche uno smacco politico. E chi garantisce e con quali soldi si garantisce l’utilizzo di questi beni congelati? Forse sarebbe meglio pensare ad altre soluzioni”, ha chiosato il capo della Farnesina. Ieri Ursula von der Leyen, intervenendo al Parlamento Ue, ha spiegato che sul tavolo del Consiglio ci sono due opzioni: “Una basata sugli asset congelati e una sui prestiti europei. Dovremo scegliere che strada percorrere ma una cosa è sicura: dobbiamo prendere una decisione per finanziare l’Ucraina per i prossimi due anni”.





