Volodymyr Zelensky ha messo in chiaro che non può e non vuole cedere l’intero Donbass ucraino, per il momento occupato dai russi per circa l’80%. Ma c’è un altro nodo ancora da sciogliere nelle trattative di pace: le garanzie di sicurezza. Putin non vuole truppe straniere sul suolo ucraino, Trump non ha intenzione di stanziare soldati americani, eppure la lezione tramandata dalla Guerra Fredda su queto tema è abbastanza semplice.
Prima ancora che missili intercontinentali e testate atomiche, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la principale garanzia di sicurezza per i territori dell’Europa centro-occidentale contro un’invasione dell’Armata Rossa erano le (ingenti) quantità di truppe americane nella Germania dell’Ovest. Inizialmente i soldati statunitensi, assieme a francesi e inglesi, dovevano vegliare che eventuali residui nazisti non riemergessero dalle macerie di Berlino, ma in breve tempo l’Unione Sovietica è diventata la minaccia principale per quella parte d’Europa non ancora soggiogata da Stalin. All’apice della Guerra Fredda, nel 1962, si stima che Washington avesse circa 400mila soldati in Europa nel complesso, una cifra che si è progressivamente ridotta: poco prima del 1989 c’erano circa 250mila sodati statunitensi solo nella Germania Ovest. Nel 2024, la Germania rimane il Paese europeo con il maggior numero di truppe americane, circa 39mila.
Insomma, vanno bene i muri di droni, i proiettili di artiglieria, i missili a lungo raggio, le batterie di difesa aerea, ma l’obiettivo primario delle garanzie di sicurezza rimane quello di scoraggiare a tutti i costi una nuova invasione, non limitare i danni in caso di attacco. Trump vuole arrivare in fretta alla pace: la sua amministrazione sta mettendo sotto pressione Zelensky perché accetti un piano di pace sfavorevole all’Ucraina, ma allo stesso tempo Washington non è disposta a fare quel passo necessario sulle garanzie di sicurezza che spianerebbe la strada verso un vero accordo di pace. Secondo Axios, che cita un funzionario europeo, non sarebbe ancora chiaro quale ruolo gli Stati Uniti siano disposti a svolgere sulle garanzie. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha ribadito questa settimana che “la sicurezza dell’Ucraina deve essere garantita, a lungo termine, come prima linea di difesa della nostra Unione”.






