Non è un momento facile per Volodymyr Zelensky, tra l’avanzata dei russi nel Donetsk e gli scandali di corruzione che hanno colpito i suoi consiglieri e il governo. Sul fronte dei negoziati, intanto, Kiev ha ben in mente quali sono le linee rosse, ma Zelensky è realista: “Non esistono soluzioni semplici” per porre fine al conflitto, ha spiegato in un post su Telegram.
Il presidente ucraino ha dichiarato che sono tre i temi più delicati e cruciali: le “solide” garanzie di sicurezza che comprendano anche gli Usa, i territori occupati dall’esercito di Putin, ma anche i beni russi congelati. Il timore è che Trump perda la pazienza o, peggio, interesse e si sganci dal definitivamente dal sostegno a Kiev. “Sappiamo bene che cosa sta accadendo”, ha spiegato Zelensky commentando i negoziati in corso e aggiungendo che “è fondamentale che tutto avvenga in modo giusto e trasparente. Che non ci siano giochi alle spalle dell’Ucraina. Che nulla venga deciso senza l’Ucraina riguardo a noi, al nostro futuro”.
L’incontro tra l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff e il genero di Trump, Jared Kushner, con Vladimir Putin, ha prodotto “alcuni progressi” secondo il Segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ma sui territori non è stato trovato alcun accordo. Il consigliere di Putin, Yuri Ushakov, ha spigato che Mosca potrebbe “accettare alcuni punti” del piano di pace mentre “altri punti hanno suscitato critiche da parte nostra riguardo a una serie di proposte”. Ushakov ha sottolineato che sui territori occupati dai russi in Ucraina “non è stata scelta alcuna soluzione di compromesso”, ma ha aggiunto che “alcune proposte americane possono essere discusse”. Nel frattempo, alcuni Paesi europei provano a far sentire la loro voce. Il ministro degli Esteri dell’Estonia, Margus Tsahkna, ha detto che il suo Paese è pronto a inviare truppe in Ucraina qualora le garanzie di sicurezza in fase di trattativa prevederanno una forza di peacekeeping.






