back to top
giovedì 6 Novembre, 2025
Sign In
spot_img
spot_img

Tassazione più severa e blocco crediti d’imposta: l’industria lancia l’allarme sulla legge di bilancio

spot_img

I più letti

Confindustria accende i riflettori sulle “misure fiscali penalizzanti e incerte” contenute nella legge di bilancio, segnalando che la manovra — “non è una novità di quest’anno” — presenta anche “criticità inattese”. In audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il direttore generale Maurizio Tarquini ha avvertito che alcuni interventi “minano l’affidamento dei contribuenti, la certezza del diritto e l’impatto positivo delle misure a sostegno degli investimenti”.

Nel mirino, innanzitutto, l’inasprimento della tassazione dei dividendi infragruppo: per le partecipazioni inferiori al 10% è prevista l’applicazione dell’aliquota piena del 24%, in luogo dell’1,2% effettivo oggi vigente. Una scelta che, secondo Confindustria, sarebbe “dirompente anche rispetto a quanto accade oltre confine, dove vigono analoghi regimi di esenzione”, e che rischierebbe di alterare gli assetti proprietari dei gruppi italiani, “penalizzando la capacità di mantenere e attrarre capitali”.

Altro punto critico è il divieto, dal 1° luglio 2026, di utilizzare i crediti d’imposta agevolativi in compensazione F24 per contributi previdenziali Inps e premi Inail. Una misura “molto impattante”, spiega Tarquini, soprattutto per le imprese labour-intensive con molti versamenti contributivi e margini compressi per via di investimenti o perdite: il blocco delle compensazioni rischia di congelare liquidità e ridurre la capacità operativa, limitando di fatto l’utilizzo di strumenti diventati centrali nelle politiche d’investimento — dai crediti ZES a Transizione 4.0/5.0 e R&S. Confindustria contesta anche il profilo retroattivo dell’intervento e chiede “una complessiva rivalutazione” della misura.

In controluce, l’associazione degli industriali pone una questione di metodo oltre che di merito: la stabilità delle regole fiscali come condizione per trasformare gli incentivi in piani d’investimento credibili. Il rischio indicato è un trade-off sbilanciato tra esigenze di consolidamento dei conti e competitività: più incertezza normativa e maggior prelievo su filiere interne ai gruppi potrebbero alzare il costo del capitale e rinviare decisioni di crescita, proprio mentre il Paese prova a spingere su produttività, innovazione e reshoring. Confindustria, per questo, sollecita correttivi che salvaguardino la certezza del diritto e preservino la funzione pro-investimenti degli strumenti agevolativi.

Gloria Giovanditti

- Advertisement -spot_img

Altri articoli

- Advertisement -spot_img

Articoli recenti