A Palazzo Chigi si è svolto il vertice sulla Manovra di Bilancio 2026, un appuntamento chiave in vista dell’invio del documento programmatico a Bruxelles. Attorno al tavolo con il sottosegretario Alfredo Mantovano e diversi ministri, le principali organizzazioni del mondo imprenditoriale italiano — tra cui Confetra e Legacoop — hanno presentato le loro richieste al governo: più sostegno alla produttività, maggior potere d’acquisto per i lavoratori e politiche industriali capaci di rilanciare gli investimenti.
Dalle associazioni è arrivato un messaggio chiaro: l’Italia rischia una fase di stagnazione se non verrà adottato un deciso cambio di passo nelle politiche economiche. “Il difficile contesto internazionale e il progressivo venir meno delle risorse del PNRR determinano un preoccupante rallentamento dell’economia”, ha spiegato Simone Gamberini, presidente di Legacoop, all’uscita dall’incontro. “Senza misure per la crescita, il Paese rischia di fermarsi”.
Per il leader della cooperazione italiana è prioritario rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare gli investimenti delle imprese. Tra le proposte avanzate da Legacoop figura una riduzione al 10% dell’aliquota IRPEF sugli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi contrattuali nel triennio 2026–2028 e l’estensione della tassazione agevolata sui premi di produttività anche alle maggiorazioni per lavoro straordinario, festivo e notturno.
Gamberini ha inoltre sollecitato interventi sul costo dell’energia, ancora tra i più elevati in Europa, e una semplificazione delle procedure di accesso ai Piani Transizione 4.0 e 5.0, strumenti considerati decisivi per la modernizzazione del sistema produttivo.
Sullo stesso fronte, Confetra — la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica — ha insistito sulla necessità di ridare slancio ai consumi interni e alla competitività. “Occorrono interventi per incentivare la produttività e sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori”, ha dichiarato il presidente Carlo De Ruvo, indicando tra le priorità la detassazione delle tredicesime, degli straordinari e degli aumenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale, nonché la revisione dell’IRES per le imprese.
Confetra ha chiesto anche di escludere le attività di logistica e spedizione dal versamento dei contributi alle Autorità di regolazione dei trasporti e delle comunicazioni, e di rafforzare gli incentivi per il trasporto ferroviario merci, considerato strategico nella transizione ecologica. “È fondamentale mantenere il rigore dei conti pubblici, come ricordato dalle agenzie di rating internazionali — ha aggiunto De Ruvo — ma allo stesso tempo sfruttare ogni risorsa disponibile per il rilancio degli investimenti”.
Dietro le sollecitazioni delle imprese si intravede un obiettivo comune: coniugare prudenza di bilancio e sostegno alla crescita, in un momento in cui il ciclo economico europeo rallenta e la domanda interna resta debole. Con l’esaurirsi dei fondi del PNRR e un’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto, il rischio di una nuova fase di stagnazione è concreto.
Per Bruxelles, la manovra 2026 dovrà mantenere un equilibrio tra consolidamento fiscale e politiche di stimolo, mentre le associazioni d’impresa chiedono un approccio più ambizioso: meno burocrazia, più fiducia nelle imprese, un piano strutturale per l’energia e la produttività e interventi mirati a valorizzare il lavoro e l’innovazione.
Il messaggio è chiaro: senza una strategia di lungo periodo che rimetta al centro investimenti, salari e competitività, l’Italia rischia di restare ferma. E la prossima legge di bilancio sarà, per molti, il banco di prova decisivo.
Gloria Giovanditti






