Un aumento di appena due punti percentuali del commercio tra i Paesi dell’Unione europea basterebbe a neutralizzare l’impatto dei dazi al 15% introdotti dagli Stati Uniti sulle merci europee. A sostenerlo è Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, che ha illustrato i risultati delle analisi condotte dall’istituzione di Francoforte. Secondo i calcoli, stimolare gli scambi all’interno del mercato unico rappresenta la risposta più rapida ed efficace per trasformare una misura penalizzante in un’occasione di rafforzamento economico. In altre parole, invece di compensare le perdite con accordi commerciali esterni, l’UE può trovare la soluzione al proprio interno, potenziando un’integrazione che rimane ancora incompleta.
Il rischio stimato per l’economia europea non è marginale: l’impatto combinato dei dazi americani e del clima di incertezza globale peserebbe per -0,7 punti percentuali di prodotto interno lordo nel periodo compreso tra il 2025 e il 2027, con una media di poco superiore a -0,2 punti all’anno. Una frenata che si tradurrebbe in minori opportunità di crescita per imprese e famiglie. Da qui l’invito di Lagarde a rafforzare la domanda interna e i consumi, così da sostenere la produzione industriale e i sistemi economici nazionali. L’intervento si inserisce nel solco tracciato dai rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta, rispettivamente sulla competitività e sul completamento del mercato unico, che hanno individuato nelle riforme strutturali lo strumento più efficace per consolidare la resilienza europea.
Le priorità indicate dalla presidente della BCE si concentrano su tre direttrici: semplificare le norme che gravano sulle imprese, abbattere le barriere che ancora limitano il mercato unico e sviluppare un vero mercato europeo dei capitali in grado di mobilitare risorse a sostegno degli investimenti. Questa visione non riguarda soltanto la gestione dell’attuale fase di tensioni commerciali con Washington, ma guarda anche al futuro dell’integrazione europea. Non a caso, la stessa Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, aveva inizialmente identificato proprio nel rafforzamento del mercato interno la chiave per consolidare la posizione dell’Unione. La convergenza di indicazioni provenienti dai vertici istituzionali europei conferma che l’Europa può trasformare le difficoltà globali in una leva per consolidare stabilità e crescita.