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sabato 8 Novembre, 2025
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Taglio Irpef e rottamazione, ma con cautela: il ministro frena sulle attese

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Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo alla festa nazionale dell’Udc, ha messo a fuoco ancora una volta la linea di prudenza che caratterizza la sua gestione del bilancio pubblico, confermando la volontà di perseguire obiettivi già annunciati come il taglio dell’Irpef e la rottamazione delle cartelle, ma collocandoli dentro una gerarchia di priorità inevitabilmente condizionata dal contesto internazionale. Il messaggio è chiaro: la manovra non potrà prescindere dagli impegni legati alla Difesa e al sostegno all’Ucraina, elementi che drenano risorse e rendono più complessa la definizione delle misure a favore del ceto medio e dei contribuenti.

Giorgetti si muove con un linguaggio che conferma la sua cifra politica: equilibrio, prudenza, nessuna promessa facile. La metafora dell’auto che talvolta deve rallentare per arrivare a destinazione senza incidenti sintetizza bene l’approccio di chi, all’interno della maggioranza, rappresenta l’anima più attenta ai conti. Una posizione che, se da un lato rassicura mercati e istituzioni europee, dall’altro potrebbe alimentare tensioni interne con chi spinge per un’accelerazione delle misure bandiera da spendere sul piano elettorale.

Sul fronte delle banche, il ministro ha chiarito che ogni valutazione arriverà soltanto una volta definito il quadro complessivo, richiamando così l’esigenza di non cedere a interventi dettati dall’urgenza o dalla pressione politica. Anche in questo caso, si intravede la volontà di tenere la barra dritta su un metodo che mette prima i conti e poi la distribuzione delle risorse. Un’impostazione che può risultare indigesta a chi, nella coalizione, spinge per segnali più immediati agli elettori.

L’attenzione al giudizio delle agenzie di rating, con Fitch attesa venerdì, riflette il tentativo di rafforzare la credibilità dell’Italia sul piano internazionale. Giorgetti rivendica la solidità delle scelte fin qui compiute, convinto che i mercati abbiano già dato un segnale positivo. È un messaggio di responsabilità che si affianca alla richiesta, indirizzata alla Bce, di avviare una riflessione sulla fase nuova che l’economia europea sta attraversando. Qui il riferimento a Draghi e al suo “whatever it takes” richiama la consapevolezza che nei momenti straordinari servano decisioni coraggiose, pur senza mai scivolare nelle forzature di chi, come negli Stati Uniti, spinge per condizionare direttamente le banche centrali.

L’impressione complessiva è quella di un ministro che cerca di tenere insieme due esigenze apparentemente opposte: rassicurare sul fronte della stabilità finanziaria e, al tempo stesso, garantire che la manovra mantenga un profilo sociale, con misure rivolte al ceto medio e alle famiglie. La sfida politica, però, resta quella di far convivere prudenza e consenso, rigore e promessa elettorale. Una sfida che nelle prossime settimane, con l’avvicinarsi della legge di bilancio, metterà alla prova non solo Giorgetti, ma l’intero equilibrio della maggioranza.

Gloria Giovanditti

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