Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la Russia è disponibile a una terza sessione di negoziati con l’Ucraina. “C’è la nostra bozza di memorandum, c’è quella presentata dalla parte ucraina. Ci sarà uno scambio di opinioni e, di fatto, dei negoziati su queste due bozze”, ha spiegato Peskov, il quale tuttavia ha ammesso che i due documenti “sono diametralmente opposti”, motivo per cui c’è ancora molto lavoro diplomatico da fare. Il timore è che i russi provino ancora una volta a tirarla per le lunghe, continuando nel frattempo a bombardare le città ucraine. Tuttavia, questa volta il tempo stringe.
Circa una settimana fa, infatti, Donald Trump ha lanciato un ultimatum a Vladimir Putin: il presidente russo ha 50 giorni di tempo per negoziare una vera soluzione che ponga fine al conflitto in Ucraina, altrimenti gli Stati Uniti colpiranno la Russia non solo con nuove sanzioni primarie, ma prenderanno di mira anche gli altri partner commerciali di Mosca attraverso sanzioni secondarie. Secondo alcuni media turchi, i colloqui tra russi e ucraini potrebbero riprendere nei prossimi giorni.
La Gran Bretagna, nel frattempo, ha lanciato un’iniziativa. Come anticipato dal quotidiano britannico The Daily Telegraph, Londra ha deciso di varare una campagna di 50 giorni per il riarmo dell’Ucraina con altri Paesi alleati che sostengono la resistenza di Kiev. L’obiettivo è intensificare le capacità di difesa ucraine e costringere Putin a trattare seriamente. Mosca non sembra capace di lanciare una grande offensiva estiva (almeno finora), nonostante i media internazionali abbiano riportato a fine giugno che l’esercito russo ha ammassato 50mila soldati nella zona di Sumy, città del nord-est ucraino a soli 100 chilometri da Kursk, in Russia.
