Putin ha preso in giro Donald Trump sul cessate il fuoco, il presidente Usa sembra averlo capito (anche grazie all’aiuto della moglie Melania, particolarmente attenta alla sorte degli ucraini) e ha deciso di inviare i sistemi di difesa antiaerea Patriot a Kiev, pur continuando a dirsi equidistante tra le due parti. Che succede ora?
Questa settimana il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che non è previsto a breve un colloquio telefonico tra Putin e Trump, sottolineando, tuttavia, che tale chiamata “potrebbe essere organizzata molto rapidamente”. D’altronde, l’approccio ‘soft’ di Trump verso Putin negli scorsi mesi ha portato un generale incensamento del presidente Usa sulla stampa russa che, tuttavia, ora è tornata repentinamente ad attaccare l’amministrazione americana e la minaccia di pesanti sanzioni secondarie contro Mosca se entro meno di due mesi non si trova un accordo di pace.
La Russia fa un uso strumentale della relazione con l’America di Trump, ma sa che il 47esimo presidente americano cambia idea e direzione molto facilmente. Per questo motivo, il Cremlino sta cercando di riportare in auge un sistema alternativo di relazioni internazionali. Da quando Trump ha dato il via alla guerra commerciale globale, Mosca ha avviato un negoziato per ristabilire un meccanismo di cooperazione trilaterale tra Russia, India e Cina. Proprio questa settimana Pechino ha risposto positivamente all’iniziativa del Cremlino, nonostante le relazioni tra Pechino e Nuova Delhi siano storicamente tese, soprattutto in questo periodo. Sembra, infatti, che la Cina abbia aiutato il Pakistan nel brevissimo conflitto scoppiato lo scorso maggio, dove i caccia pakistani di produzione cinese hanno svolto un ruolo importante, abbattendo forse anche un caccia indiano. Intanto, continuano le dispute territoriali tra i due Paesi nella zona del Kashmir.
