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sabato 14 Giugno, 2025
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Geopolitica, l’effetto Trump nel Pacifico: si riaccende il confronto tra Cina e Giappone a suon di test missilistici e operazioni di addestramento

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L’America First di Donald Trump significa che Washington si disimpegna dalle zone calde del mondo, ‘abbandonando’ in qualche modo gli storici alleati regionali? È un timore che attraversa non solo l’Europa, ma anche l’Estremo Oriente. Questa settimana il Giappone ha affermato che per la prima volta sono state avvistate due portaerei cinesi che in contemporanea hanno condotto operazioni nel Pacifico, secondo quanto riferito dall’agenzia France Presse.

In particolare, la portaerei Shadong assieme ad altre navi avrebbero navigato nella zona economica esclusiva (ZEE) giapponese attorno all’isola di Okinotori. Allo stesso tempo, la portaerei Liaoning, con la sua scorta, è entrata in un’altra ZEE. Le forze armate di Pechino avrebbero condotto operazioni di decollo e atterraggio di jet da combattimento ed elicotteri.

“È la prima volta che due portaerei cinesi vengono osservate in operazioni nel Pacifico”, ha dichiarato il Ministero della Difesa giapponese, secondo il quale l’obiettivo dei cinesi è “migliorare la propria capacità operativa e la prontezza per condurre operazioni in aree remote”. Il portavoce della Marina cinese, Wang Xuemeng, ha spiegato che si tratta di attività di addestramento normali, non dirette contro alcun Paese. Tokyo, tuttavia, non sta a guardare.

Pechino, infatti, ha accusato il Giappone di mettere a repentaglio la sicurezza della regione dopo che Tokyo ha testato nuovi missili antinave a lungo raggio ipersonici, “un vero deterrente per molte aree circostanti”, ha commentato il quotidiano dell’Esercito Popolare di Liberazione, il PLA Daily. La gittata del nuovo missile Type 12 antinave è di 1.000 chilometri e secondo i media giapponesi sarà schierato nell’isola giapponese più meridionale, mentre Hyper Velocity Gliding Projectile (HVGP), un veicolo planante ipersonico, ha una gittata di 900 chilometri e può raggiungere una velocità pari a Mach 5.

Per i cinesi, il nuovo raggio d’azione di queste armi è contro “le restrizioni della costituzione pacifista [del Giappone], secondo cui le Forze di Autodifesa giapponesi non possono possedere armi offensive”. Una costituzione imposta alla fine della Seconda guerra mondiale dagli americani, per paura che l’aggressivo imperialismo giapponese potesse tornare a minacciare gli Stati uniti, ma che proprio il disimpegno dell’America di Trump nei confronti degli alleati sta rendendo obsoleta sul fronte della Difesa

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