Il 9 novembre del 1989 crollò il muro di Berlino e di lì a poco venne giù anche l’Unione Sovietica: all’epoca qualcuno sostenne che era venuto meno lo scopo esistenziale della Nato, una tesi rimasta in voga per parecchi anni. Oltre trent’anni dopo, con l’aggressione bellica della Russia contro l’Ucraina, i Paese membri stanno riscoprendo il valore del Patto Atlantico che però necessita di un profondo cambiamento e il prossimo vertice dell’Aia del 24-26 giugno decreterà il futuro dell’Alleanza. Il segretario della Nato, Mark Rutte, è stato chiaro: “Il pericolo non scomparirà nemmeno quando la guerra in Ucraina finirà”.
Secondo il testo diffuso di un suo discorso alla Chatham House di Londra, Rutte ha detto di aspettarsi che al vertice dell’Aia “i leader Alleati concordino di spendere il 5% del Pil per la difesa”, aggiungendo che “sarà un impegno a livello Nato e un momento decisivo per l’Alleanza”. Le tempistiche entro quale raggiungere questo livello (ritenuto impensabile fino a poco tempo fa) rimangono il nodo cruciale: quest’anno tutti i membri Nato spenderanno almeno il 2% del Pil in difesa, ma tale obiettivo fu fissato nel 2014, oltre dieci anni fa.
Rutte sta cercando anche un equilibrio con il membro più diffidente e imprevedibile dell’Alleanza, gli Stati Uniti di Donald Trump. Il segretario della Nato ha speso parole di riconoscimento per l’inquilino della Casa Bianca, sottolineando che “Trump ha superato lo stallo con Putin sulla guerra in Ucraina ed è stato l’unico presidente in grado di farlo”. In realtà, finora, questo contatto Mosca-Washington ha portato pochi risultati sul campo di battaglia, eppure Rutte ha chiarito che “ogni chiamata e contatto che Trump ha con Putin è estremamente importante, perché è l’unico modo per portare la Russia pian piano in una posizione tale che la guerra finisca”. Allo stesso tempo, Rutte ha aggiunto che l’impegno sul “percorso irreversibile dell’Ucraina verso l’ingresso nella Nato è confermato e continuerà ad esserlo anche dopo il vertice dell’Aja”, tuttavia ha specificato che “la presenza o meno nelle conclusioni finali [del vertice dell’Aia] non è rilevante”.