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lunedì 9 Giugno, 2025
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La Nato e l’ambizione del 5%: verso lo storico vertice dell’Aja

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Tra due settimane si terrà all’Aja, nei Paesi Bassi, un vertice dei membri della Nato che potrebbe cambiare per sempre il volto dell’Alleanza Atlantica. Nata il 4 aprile 1949 con lo scopo di “tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi”, come disse il britannico Hastings Lionel Ismay (britannico), segretario generale dell’Alleanza in carica dal 1954 al 195, la Nato nel tempo si è allargata, ma la colonna militare-economica sono sempre rimasti gli Stati Uniti. Finché non è arrivato Trump, che da una parte ha attaccato più volte la Nato, definendola “obsoleta” nel corso della campagna elettorale per le elezioni presidenziali Usa, dall’altra chiede a gran voce una più equa ripartizione dei costi.

Nella riunione di inizio giugno a Bruxelles, i ministri della Difesa dei 32 Paesi dell’Alleanza hanno concordato nuovi obiettivi di capacità di difesa, che tuttavia comporteranno un aumento considerevole della spesa. Il piano esatto verrà svelato al vertice dell’Aja, ma di fatto l’idea è raggiungere il 3,5% del Pil all’anno per la difesa, anche se l’orizzonte temporale entro cui raggiungere questo livello non è ancora stato deciso. A ciò si aggiungerà un 1,5% di investimenti dedicati alla sicurezza: in totale, dunque, il 5%.

Una cifra impensabile fino a poco tempo fa e sui cui non c’è l’unanimità tra i membri della Nato. L’Italia a fatica raggiungerà il 2% a fine 2025 mentre ora ci viene richiesto di raddoppiare lo sforzo economico e aggiungere pure qualcosa in più. Come ciò sia possibile senza sconquassare i conti pubblici, è da capire e sarà la vera sfida dell’esecutivo nei prossimi anni. Forse i Paesi del nord Europa faranno un passo in più verso gli Eurobond, un titolo di debito comune europeo con cui finanziare anche le spese per la difesa, che al momento rimane ancora un miraggio. Nel frattempo, i membri europei dell’Alleanza Atlantica dovranno fare i conti con il progressivo disimpegno degli Stati Uniti dall’Ucraina, che richiederà un maggiore sforzo da parte di essi in termini di aiuti militari verso Kiev.

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