Nel primo trimestre del 2025 il Prodotto Interno Lordo del Piemonte è cresciuto dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2024 e dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. È quanto rileva il PILNOW, il superindice trimestrale del Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino. La crescita regionale risulta però inferiore alla media nazionale (+0,6%) e a quella dell’Unione Europea (+1,4%). I segnali che emergono – rallentamento dell’export, inflazione in risalita e stabilità del credito – delineano un contesto economico stagnante.
A pesare è soprattutto la flessione dell’export, dovuta alla recessione in Germania: le esportazioni piemontesi verso il primo partner commerciale sono diminuite del 9%, con un calo della propensione all’export dal 40% al 37% del PIL. L’automotive è il comparto più penalizzato. Il turismo internazionale registra invece un boom (+1,1 milioni di presenze annualizzate, pari a +300 milioni di euro di spesa), ma non compensa la contrazione manifatturiera. Il mercato del lavoro si mantiene resiliente (+1% di occupati), anche se il ricorso alla cassa integrazione è salito a 8 milioni di ore mensili, corrispondenti a una perdita stimata dello 0,54% di PIL.
L’inflazione si attesta all’1,8%, con rincari superiori alla media per turismo, servizi abitativi e alimentari. I consumi interni calano dello 0,1% in volume. Il credito all’economia resta stabile, mentre cresce del 3,7% il credito al consumo, segno di attenzione alla liquidità da parte delle famiglie. Il PIL regionale raggiunge i 135 miliardi di euro a prezzi costanti (163 miliardi a prezzi correnti), con un PIL pro capite di 38.308 euro, poco sopra la media italiana. Secondo il Comitato Torino Finanza, per uscire dallo stallo servono strategie industriali più incisive, investimenti in innovazione e un rafforzamento della presenza sui mercati internazionali.