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venerdì 6 Giugno, 2025
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Gran Bretagna, il premier Keir Starmer vuole costruire una “Nazione corazzata pronta al combattimento”

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Dalle parole ai fatti: la Gran Bretagna prende sul serio la minaccia russa. A inizio settimana, il governo guidato dal laburista Keir Starmer ha svelato la Revisione Strategica di Difesa. Ciò che sorprende di più è il tono usato dal premier inglese, soprattutto se paragonato con la cautela e i timori che caratterizzano il dibattito pubblico italiano quando si parla di riarmo.

Starmer ha spiegato che il Regno Unito è di fronte alla “più grave, più immediata e più imprevedibile che in qualsiasi altro momento dalla Guerra Fredda”. Il riferimento ovviamente è all’invasione dell’Ucraina ma anche a seguito alla particolare intensità dell’attività cyber, ma anche nei cieli e nelle acque britanniche da parte delle forze russe. Il primo ministro inglese vuole cambiare passo e costruire una “Nazione corazzata pronta al combattimento”: parole che farebbero saltare sulla sedia gran parte dei politici italiani, anche quelli della maggioranza di governo. Gli obiettivi di Londra? La “prontezza bellica” quale deterrente più efficace contro potenziali aggressori, il rafforzamento della Nato e accelerare “l’innovazione a un ritmo da guerra” per avere un esercito “dieci volte più letale entro il 2035”, ha spiegato Starmer.

Bellicisti? Forse i laburisti inglesi sono semplicemente realisti, leggono dove sta andando il mondo e vogliono mandare un messaggio chiaro a chi ha deciso di usare la forza per perseguire i suoi obiettivi di politica estera. Anche se tutto ciò a un costo. Tra i vari investimenti previsti, i britannici vogliono costruire almeno sei nuove fabbriche di munizioni, oltre a 12 nuovi sottomarini d’attacco. Un report stima in circa 68 miliardi di sterline la spesa necessaria per ammodernare le forze armate del Regno Unito. Londra, inoltre, ha annunciato che intende investire 15 miliardi di sterline per garantire il deterrente nucleare del Paese. Il governo Starmer si è impegnato ad alzare le spese per la Difesa, portandole dal 2,3% al 2,5% del Pil nel 2025, anche se questo progetto di ammodernamento e rafforzamento della capacità bellica richiederebbe una spesa attorno al 3%, livello complicato da raggiungere e infatti Starmer ha evitato di prendere impegni temporali su questo target.

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