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    Inflazione Ocse giù a gennaio, in Italia sale a 0,8%

    Inflazione Ocse giù a gennaio, in Italia sale a 0,8%
    L’inflazione nell’Eurozona ha registrato un calo generalizzato nel mese di gennaio, scendendo dal 6% registrato a dicembre scorso e attestandosi al 5,7%. La diminuzione è stata rilevata in circadue terzi dei Paesi appartenenti all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che comprende in tutto 38 Paesi membri, e secondo i dati forniti diversi Paesi hanno segnalato una riduzione significativa dell’inflazione, di almeno un punto percentuale o più durante questo periodo.
    Tra tutti i Paesi dell’area Ocse spiccano in particolar modo la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria, l’Austria e l’Islanda come i Paesi che hanno registrato i cali più forti per quanto riguarda l’indice di inflazione.
    Nel contesto del G7 l’inflazione è scesa al 2,9% a gennaio rispetto al 3,2% registrato a dicembre, e questo valore rappresenta il livello più basso di inflazione nel G7 dal mese di aprile 2021. È singolare però il fatto che tutti i Paesi del G7 hanno registrato una diminuzione dell’inflazione, ad eccezione dell’Italia, che invece ha visto un leggero aumento dallo 0,6% di dicembre all’0,8% a gennaio. Anche se, nonostante l’aumento dell’inflazione, il nostroPaese continua a presentare il tasso di inflazione più basso tra tutti i membri del G7, grazie a una serie di fattori tra cui politiche economiche, andamenti dei prezzi e situazione generale dell’economia.
    Le stime della BCE indicano una revisione al ribasso per il 2024 e secondo le nuove previsioni l’inflazione si attesterà al 2,3% nel 2024 rispetto al 2,7% previsto a dicembre. Si prevede inoltre che nel 2025 si potrà raggiungere l’obiettivo (anelato da tempo) del 2% per poi scendere ulteriormente, salvo ulteriori scossoni,all’1,9% nel 2026. Anche l’inflazione al netto dell’energia e dei generi alimentari è stata corretta al ribasso, stimata ora a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2% nel 2026.
    La presidente della Banca Centrale, Christine Lagarde, ha dichiarato che per prendere in considerazione un taglio dei tassi di interesse si aspetteranno però i dati di giugno. Lagarde ha sottolineato che, sebbene ci siano segnali positivi, questi non sono sufficienti per essere ancora troppo ottimisti e che servono ulteriori dati per poter prendere decisioni di tale portata.
    Anche la proiezione di crescita dell’economia dell’Eurozona è stata rivista al ribasso, con la BCE che prevede un tasso di crescita dello 0,6% nel 2024 e un’attività economica moderata nel breve termine, che dovrebbe aumentare dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, sostenuta inizialmente dai consumi e successivamente dagli investimenti. Lagarde ha evidenziato che l’economia dell’Eurozona rimane tuttavia piuttosto debole e che le spese per i consumi sono ancora inferiori alle aspettative, anche se è previstauna graduale ripresa nel corso dell’anno.
    Pietro Broccanello

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