La Manifattatura Lombarda resiste. Per ora.

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La manifattura lombarda torna a sorprendere. Secondo i dati congiunturali presentati da Unioncamere Lombardia, la produzione manifatturiera lombarda ha conosciuto una inattesa svolta positiva nel terzo trimestre del 2019: +1,1% la produzione industriale mentre quella artigiana si attesta sul +0,9%.

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Positivo anche il dato tendenziale sia per l’industria (+0,8%) che per l’artigiano (+1,9%). In generale, per quanto riguarda i primi tre trimestri dell’anno, il dato medio rimane positivo: +0,3% l’industria e +0,6% l’artigianato. Tuttavia se confrontati con i dati dello scorso anno, emerge una certa difficoltà dal momento che l’intensità media delle variazioni è decisamente inferiore alle medie annue del 2018 che erano pari a +0,3% per l’industria e +1,9% per l’artigianato. Quest’ultimo comparto ha conosciuto un calo dell’intensità media della variazione pari a 1,3 punti percentuali. A questo dato si affianca un peggioramento delle aspettative, tutte con saldi negativi mentre torna a crescere la domanda estera per le imprese industriali che segna +1,4% congiunturale.

Quelli del terzo trimestre sono dati da leggere con cautela dal momento che riguardano le performance successive al periodo estivo che può comportare un calo delle produzioni e aggiustamenti alle scorte. Per quanto riguarda il fatturato i dati presentati da UnionCamere Lombardia sono meno incoraggianti dal momento che nel terzo trimestre il fatturato rimane stabile sui livelli di un anno fa. Parallelamente rallentano gli ordini dall’estero (+2,2%) mentre migliora leggermente la dinamica di quelli interni (-0,5%), pur rimanendo col segno negativo.

Le imprese e il governo che non c’è

Sulla situazione industriale lombarda pesa sicuramente l’incertezza della programmazione economica del governo che spesso ha dimostrato di approcciare l’emergenza economica con un’impostazione di fondo di natura assistenzialista. Al contrario, ciò che servirebbe al mondo industriale è un chiaro sostegno da parte delle istituzioni centrali perché le nostre imprese possano diventare il volano della crescita e dunque generare posti di lavoro reali. Un altro fattore che grava sul sistema lombardo è il largo disinteresse mostrato dall’attuale governo verso la questione dell’autonomia che ormai si trascina di tavolo in tavolo senza giungere ad un quid. Per quanto tempo si riuscirà ad andare avanti in questo modo, arrancando nella nebbia che avvolge i cervelli di Palazzo Chigi? O dobbiamo continuare a fidarci di chi come il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, afferma che grazie al reddito di cittadinanza «la povertà assoluta in Italia è diminuita del 60%»?